“Si possono fare molti usi delle innumerevoli opportunità che la vita moderna fornisce per guardare – a distanza, attraverso il mezzo fotografico – il dolore degli altri. Le fotografie di un’atrocità possono suscitare reazioni opposte. Appelli per la pace. Proclami di vendetta. O semplicemente la vaga consapevolezza, continuamente alimentata da informazioni fotografiche, che accadono cose terribili.” (Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri, Milano, nottetempo, 2021, p.23)
DEFENCE è uno stato di necessità, un invito a guardare davvero: viviamo in un mondo che ignoriamo più o meno consapevolmente al fine di preservare uno stato di quiete apparente mentre fuori infuria la tempesta. È questo lo strumento di miglior difesa che siamo in grado di mettere in campo? È la violenza intrinsecamente insita nella natura umana? Esiste una giustificazione alla violenza? Come ci si difende quando sembra che il mondo intero stia implodendo su stesso? Quali saranno le conseguenze dei fatti che stiamo ignorando oggi?
Simona Andrioletti non fa che porci domande, che collocarci davanti ai fatti, quegli stessi fatti che cerchiamo con impegno di ignorare, per raccontarci una realtà non edulcorata in cui non esiste sostanziale differenza tra la potenza devastatrice di un’invasione di cavallette come quella avvenuta nel Corno d’Africa nel 2020, secoli di sopraffazione colonialista più o meno esplicita, depauperazione delle risorse da parte dei paesi cosiddetti “avanzati”, turismo voyeuristico per super ricchi in paesi in cui la popolazione muore di fame (Greetings from Kenya to Europe). Così come altrettanto indifesa e fragile si presenta l’esistenza di un’intera generazione che ha ereditato dalle precedenti un mondo in piena crisi ecologica ed economica in cui non esistono certezze e in cui l’adolescenza è privata di quella spensieratezza che gli adulti sommariamente assegnano a questa fase della vita: giovani che crescono senza una guida e un punto di riferimento, vittime di violenza o cresciuti in contesti violenti, o più semplicemente pervasi da una sensazione inafferrabile di mancanza di senso, aggravata da due anni di isolamento e pandemia, senza altro rifugio che la dimensione virtuale e fittizia del web. Dai macroeventi al sottile incrinarsi delle emozioni, non c’è difesa e non c’è appello.
La mostra, personale di Simona Andrioletti, è visitabile fino al 30 gennaio 2022 il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19 e il sabato dalle 11 alle 17.
Spazio Cordis – Via Andrea Doria 21/A – 37138 Verona.
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