Pier Paolo Pasolini è nato a Bologna cento anni fa. Seguiamo la traccia che Bologna ha lasciato nella formazione di una delle anime più profetiche del nostro Novecento, dalla nascita, il 5 marzo 1922, in via Borgonuovo, agli anni del liceo e dell’università, con un maestro come Roberto Longhi che plasmò lo sguardo di Pasolini e lo instradò verso una passione, quella per l’arte figurativa, che lo accompagnerà lungo tutto il suo poliedrico percorso creativo. Una vera e propria folgorazione.
Da qui prende le mosse la mostra Folgorazioni figurative (dall’1 Marzo al 16 Ottobre 2022; Lunedì – venerdì 14:00-20:00 Sabato, domenica e festivi 10:00-20:00 Martedì chiuso) nei nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo. Un percorso per scoprire come le grandi opere della storia dell’arte si siano innestate nel lavoro cinematografico di Pasolini, in un dialogo senza fine.
Dalla pittura, che imparò ad amare tra i banchi dell’Università di Bologna agli inizi degli anni Quaranta, al cinema, che lo vide protagonista di una meravigliosa stagione negli anni Sessanta e Settanta. I capolavori dell’arte medievale e rinascimentale rivivono nel cinema di Pasolini, sono riferimento visivo costante delle sue inquadrature. Le Folgorazioni figurative furono quelle che illuminarono lo sguardo del giovane Pasolini, quelle che la mostra realizzata dalla Cineteca di Bologna ricostruisce mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film di PPP, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975.
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