L’Incanto a Reggio Calabria

A mezzo secolo dal ritrovamento dei 2 Bronzi di Riace parte un anno di celebrazioni di un ritrovamento che ha rappresentato una scoperta archeologica di portata mondiale infittita di misteri e che ha modificato fortemente l’offerta turistico/culturale della Calabria. Si inizia con l’apertura, sabato 5 marzo 2022 alle ore 18 presso il Castello Aragonese, della mostra L’Incanto, bipersonale degli artisti Ido Erani e Leonardo Lucchi. Madrina d’eccezione l’attrice e conduttrice tv Anna Falchi.

La mostra, promossa da L’A Gourmet L’Accademia Art Gallery di Filippo Cogliandro in collaborazione con la galleria San Giorgio Arte di Antonio La Gioia e in partenariato con il Comune di Reggio Calabria – Assessorato alla Cultura e al Turismo, è inserita nel progetto Epoca 2 pensato per celebrare il 50° anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace, scoperti casualmente il 16 agosto 1972.

L’inaugurazione della mostra è in 2 tempi, alle ore 18.00 al Castello Aragonese e alle ore 20.00 una splendida cena all’A Gourmet L’Accademia Art Gallery con i sapori di Filippo Cogliandro bagnati dai vini della Tenuta del Castello di Montegiordano a Cosenza.

Il percorso espositivo, curato da Elmar Elisabetta Marcianò e Antonino Labate, ha l’ambizioso intento di tessere un legame fisico e ideale tra i luoghi culturali cittadini partendo proprio dal concetto di dualità. Il numero 2, infatti, è il fil rouge che segna l’intero progetto. Due sono i guerrieri di Bronzo più famosi al Mondo; due le locations principali; due gli artisti selezionati; due come il 2022, anno che segna un traguardo importante.

Due le “epoche” identificabili dopo il ritrovamento. Emerse dal mare, infatti, le splendide statue hanno costituito un vero e proprio spartiacque per una intera città e per la comunità tutta. Il loro arrivo ha cambiato l’immagine e la percezione della città agli occhi del mondo. I Bronzi hanno donato a Reggio Calabria una seconda possibilità per mostrarsi in tutta la sua bellezza dimenticata. Il ritrovamento nell’estate di cinquant’anni fa e la decisione di esporli all’interno del Museo Archeologico Nazionale, hanno segnato la seconda epoca per un luogo già culla della civiltà ma da quel momento in poi anche custode dei Bronzi e perciò proiettato verso il riconoscimento mondiale.

Epoca2 in quanto due sono le epoche identificabili dal giorno del ritrovamento. Un prima e un dopo, glorioso passato le nostre origini magno greche e un futuro che da quel giorno dell’estate 1972 diventa chiaro a tutti. La consapevolezza della possibilità di essere nuovamente attrattori e attori nel panorama culturale mondiale. Ecco compiuta la sintesi tra un passato che torna alla luce e un futuro che si rivela luminoso. Medesima sintesi è quella operata dai due artisti che lavorano con linguaggi artistici classici per esprimere una creatività contemporanea.  

Epoca 2 è un progetto ambizioso che vuole coinvolgere la città, i suoi luoghi simbolo e si insinua nella comunità, tra cittadini e turisti come presenza forte, dirompente grazie alle opere esposte. È la sintesi di un nuovo inizio, dello stupore, del racconto di Reggio celebrato dall’arte il cui battito primordiale arriva dal mare; dal mistero che consegna tesori inestimabili e li restituisce allo scorrere del tempo ed è proprio in questo tempo presente che si inserisce la mostra L’Incanto. Di fronte alle opere di Ido Erani e Leonardo Lucchi, due artisti profondamente diversi, non si può fare a meno di restare in silenzio. Le figure umane risultano morbide, dinamiche a dispetto della matericità che le connatura; si lasciano contemplare, ammirare, “spogliare” felici di mettersi a nudo.

Circa 80 opere disseminate nelle “stanze” cittadine, negli angoli più antichi, in quegli spazi che raccontano di gloria e battaglie e ne diventano i testimoni silenti. Epoca 2, quindi, è ricordo immemore di ciò che siamo stati; testimonianza fiera di ciò che siamo; auspicio determinato e consapevole del cammino che possiamo, vogliamo e dobbiamo intraprendere poiché è l’arte che apre la nostra mente. Essa ci dona, infatti, sollievo dalla noia angusta della volontà, rivoluziona i nostri destini. “La vera opera d’arte ci guida verso ciò che esiste in eterno e ogni volta lo fa con innumerevoli segni”, scriveva Schopenhauer nel 1851: due di questi segni sono i Bronzi di Riace.

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