OUVERTURES A MILANO

Da sempre l’arte è stata veicolo di espressione e il ‘muro’ il primo supporto ad accogliere la necessità umana di comunicare.
E’ con questa filosofia che nasce Wallpepper, brand di carte da parati che attraverso il progetto ‘Fine Art Walldress’ rinnova questa dimensione unendo qualità, opere d’arte e diffusione di immagini autoriali.
Una diffusione che non si limita alla semplice interpretazione di capolavori su superfici potenzialmente ‘senza confini’, ma che vede una collaborazione attiva di Wallpepper con i suoi stessi autori. Il brand sostiene infatti numerosi appuntamenti, immaginati e organizzati con l’obiettivo di trasformare lo showroom di via Forcella a Milano in una galleria d’arte d’eccezione, con momenti di approfondimento sulle opere.
Dopo i delicati acquerelli di Alessandra Scandella ed il mondo di EXPO interpretato nelle geometriche fotografie di Saverio Lombardi Vallauri, Wallpepper è ora pronta ad ospitare Ouvertures, mostra pittorica di Claudio Monnini in programma dal 04 al 18 dicembre 2015.

“Dico spesso che un quadro è una finestra aperta in un muro, il progetto Wallpepper ha abbattuto l’intera parete. E la qualità di ogni dettaglio è sbalorditiva, sembra di entrare nel quadro, come nel Van Gogh di Kurosawa”. – ha dichiarato Claudio Monnini.

Pittore (ma anche architetto e scenografo), è nato a Milano nel 1965. Oltre ad un’avviata carriera presso la Wannabee Gallery di Milano, con cui espone da anni in personali e collettive, ha partecipato a diverse mostre istituzionali in Italia e all’estero. Stilisticamente Claudio Monnini è l’affermazione di una pittura ‘di mano’, sicura e veloce nel tratto, determinata da una conoscenza del disegno che non necessita dell’ausilio del mezzo fotografico per raggiungere un realismo forte ed espressivo. È ritenuto uno dei ritrattisti di punta nel panorama figurativo italiano.

“Dipingere per me vuol dire entrare in una dimensione sciamanica, buttarmi in una danza in cui non sono io a guidare il passo. Chiamo questo fenomeno ‘mettere i guanti’. Ho la sensazione netta, in questo ‘stato di grazia’, di indossare delle mani più brave delle mie, e di vedere molte più cose di quelle che so di conoscere, forme, dettagli, luce, materia; il tratto della mano è più sicuro e più veloce del mio. Non assumo sostanze, è una forma di assistenza biochimica autosufficiente”.

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