Donatella Izzo a Milano

Da domenica 13 ottobre 2024 il DAV – Dipartimento di Arti Visive di Soresina (CR) riapre le attività con una tra le esposizioni più attese degli ultimi tempi: Donatella Izzo – MILESTONE. Delle Anime e di Corpi.

Una mostra personale a ingresso libero, tra fotografia e installazioni, dove l’artista milanese presenta una selezione delle opere più significative dell’ultimo decennio. L’artista presenterà anche il nuovo progetto “Mother Stone” dedicato alle donne di origine mussulmana in Europa, tra nuova identità e integrazione. Un nuovo importante progetto che utilizza i veli islamici come elementi scultorei che riempiono lo spazio, focalizzando l’attenzione sul velo come oggetto di affermazione di identità tra riconoscimento e integrazione.

Celebrata per la capacità dimostrata di saper osservare le profondità dell’animo umano, prendendo come base di partenza la propria esistenza o la curiosità che la sorregge, Donatella Izzo by-passa completamente la costrizione che le tecniche talvolta impongono, da un lato attingendo senza limiti a una conoscenza pratica che mette in campo fotografia, scultura, installazione, performance e pittura con identica energia creativa; e abbandonando dall’altro l’effimera ideologia di un “bello” condiviso per definire il proprio universo “altro” fatto di violenta intimità, di cose non dette o taciute ma adesso in bella mostra di sé, di una ricercata solitudine contemplativa dopo la tempesta che ne ha segnato il percorso, di una realtà fisica che l’artista crea in totale autonomia senza la necessità o la volontà di avere compagnia o di uniformarsi al confine dei due mondi.

Due i progetti in esposizione, NO PORTRAITS e THE DREAMERS.

NO PORTRAITS sconvolge e affascina: un’operazione di indagine sulla psiche che l’essere umano si porta dentro, intesa non solo come bagaglio di emozioni o di conoscenze alle quali la Izzo assegna inoltre il marchio di un retaggio mnemonico per immagini come somma delle nostre identità individuali: scrive in proposito il curatore del DAV Francesco Mutti che “al cospetto di una realtà forzatamente basata sull’apparire, la ricerca di una anti-identità diviene, per l’artista, la sola via percorribile: la definizione dunque di una nuova estetica dominante nella quale il concetto stesso di imperfezione perde i suoi connotati negativi per assumere valori qualitativi più elevati”.

Con THE DREAMERS Donatella indaga invece l’elusivo concetto che permea la follia dell’essere umano, sia questa riconoscibile e riconosciuta, sia questa invece solo immaginata e, di conseguenza, sofferta o punita. Il progetto è ambientato nelle rovine di quei luoghi che, un tempo, erano destinati alla cura delle malattie mentali, tali o presunte che fossero, assai numerosi nell’Italia post bellica, “templi del male – come li ha descritti Andrea Vento [The Dreamers, Fabbrica del Vapore – Milano, 2020] – del tutto simili ad altri contenitori dell’orrore facenti parte della nostra eredità novecentesca, (…) apparentemente ispirati dal progresso, ovvero il positivismo scientifico e l’eugenetica”.

Proprio in relazione a tali ambienti, la Izzo percepisce però un piano di esistenza differente, individuando una compresenza tra il prima e l’oggi, tra ciò che era e ciò che è sotto i nostri occhi: così facendo, l’artista rende materiali e visibili oggetti e individui, situazioni ed emozioni che, impalpabili, permeano le rovine di questi luoghi abbandonati ormai da decenni. Qui tutto può essere percepibile, avvicinabile, esperibile, oltre lo spazio, il tempo, l’intelletto e l’immaginazione: luoghi che trattengono idee visionarie come polverosi soprammobili, appendice psichica di quel violento desiderio di comunicare al prossimo la propria verità, soffocata dalle medicine (o da quelle incentivata), tanto misteriosa e oscura per chi non sapeva vedere quanto assolutamente reale e purtroppo ineffabile per tutti gli altri. Un vero e proprio multiverso latente dietro le pieghe della realtà che riaffiora alla vista di ognuno di noi come la più naturale delle cose.

MILESTONE infine sarà occasione per presentare in anteprima il nuovo progetto dell’artista, in linea con l’idea generale della mostra stessa e dedicato alle donne musulmane e al loro ruolo nella società contemporanea Europea: MOTHER STONE è un’installazione scultorea realizzata con veli mussulmani focalizzata sul velo come oggetto di affermazione di identità tra riconoscimento e integrazione.

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