Il mercato dell’usato continua a correre a due cifre.
Lo afferma il management di Mercatino, l’azienda con sede a Verona e oltre 200 punti vendita in Italia, sostenendo che il settore ha visto affacciarsi sempre più giovani e ragazzi di tutte le estrazioni sociali superando di gran lunga il 15% di incremento, numeri che però sono ancora lontani dalla media europea.
Mercatino ha chiuso il 2023 con ricavi globali di oltre 107 milioni di euro con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente ed un controvalore rispetto al nuovo di circa 290 milioni di euro. Quote di rilevanza toccate soprattutto dall’abbigliamento seguito dall’oggettistica e arredamento.
“Un giro d’affari” – ha detto Sebastiano Marinaccio, presidente di Mercatino – “con ricadute economiche importanti se si pensa che Mercatino restituisce quotidianamente soldi alle famiglie in una congiuntura economica non delle più facili. L’inflazione continua ad erodere il potere d’acquisto con tassi alti e un’economia instabile. La compravendita di beni usati è un salvadanaio per far fronte ai bisogni di prima necessità ma anche per quelle spese più gratificanti per la sfera emotiva, di fatto viene anche considerato come denaro leggero e pertanto da spendere più facilmente dello stipendio. Si tratta di rigenerazione economica che attraverso il modello di economia circolare è in grado di riattivare le filiere dei consumi locali nei quartieri, nelle città e in tutte le regioni dove siamo presenti”.
Tra i motivi della crescita sia in termini di fatturato che di occupazione, al primo posto c’è la formazione continua degli imprenditori e delle loro strutture, l’innovazione tecnologica e la relazione costante con il cliente e il mercato di riferimento.
Tra i dati significativi riportato da Mercatino sull’impatto ambientale spicca la riduzione di oltre 70 mila tonnellate di CO2eq., 47 mila kg di polveri sottili PM2.5 e oltre 640 mila litri di acqua. (G.N.)
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